sabato 16 luglio 2016

Come si recita il Daimoku, o Nam Myo Ho Renghe Kyo





Il daimoku , ovverosia il Nam myo ho renghe kyo, andrebbe recitato vocalmente. La velocità dipende dalla persona, ma in linea di massima possiamo dire che recitare velocemente dà maggiore carica vitale, recitarlo lentamente rilassa ed equilibra. 




giovedì 22 maggio 2014

Il Sutra del loto (Versione completa di tutti i capitoli)

Il Sutra del Loto
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Indice.
1) Introduzione
- La grande assemblea
- Il grande prodigio e la domanda di Maitreya GGGG
- La risposta di Manjushri. Il Budda Candrasuryapradipa, Luce della luna e del sole.
2) Espedienti (abilità nei mezzi salvifici).
- Difficoltà di comprendere la dottrina del Budda
- La vera entità di tutti i fenomeni
- I dubbi di Shariputra. L’allontanamento di 5000 monaci dall’assemblea
- La rivelazione del Budda
- Il veicolo unico
- Il potere degli espedienti.
- Il segreto del Budda
3) Parabola e similitudine
- Per tutta la lunga notte
- La parabola della casa in fiamme
- Vi salverò dalla casa in fiamme
- Raccomandazioni finali
4) Fede e comprensione
- La parabola dell’uomo ricco
- Figli del Budda
5) La parabola delle erbe medicinali
- La parabola del nato cieco
6) Predizioni
7) La parabola della città fantasma
– Il Budda Maabina Jnamabibu (grande saggezza universale)
– La ruota della legge. L’origine del dolore.
– La parabola della città fantasma
8 – 9) Predizione dell’illuminazione a cinquecento discepoli e ai discepoli anziani
- Il Budda Fulgida Legge
- La parabola del gioiello nascosto
- Predizione dell’illuminazione ad Ananda e Rahoula
10) Il maestro della legge
11) L’apparizione della torre preziosa
- L’apparizione della torre preziosa
- Superiorità del Sutra del Loto
12) Devedatta
- Il veggente Asita
- Manjushri che emerge dall’oceano e la figlia del Re Drago
13) Esortazione alla devozione
14) Pratiche pacifiche
- E liberaci dal male oscuro. Benefici del devoto del Sutra del Loto
15) Emergere dalla terra
16) Durata della vita del Tathagata
- Vita eterna del Budda
- La parabola del bravo medico
- La pura terra del Budda
17) Distinzione dei benefici
18) I benefici di chi risponde con gioia
19) I benefici del maestro della Legge
20) Il Bodhisattva Mai Sprezzante
21 – 22) Poteri sovrannaturali del Tathagata. Affidamento.
23) Precedenti vicende del Budda Re della medicina
24) Il Bodhisattva Suono meraviglioso
25) Il Bodhisattva Avalokiteshvara
26) Dharani. Formule magiche.
27) Il re Ornamento meraviglioso
28) Il Bodhisattva Samantabadhra (Virtù universale)
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Presentazione
Il Sutra del Loto è un testo bellissimo, profondo e per molti aspetti magico. Purtroppo è poco conosciuto per varia ragioni, una delle quali è senz’altro la pesantezza del linguaggio, fatto di infinite ripetizioni di parole e concetti.
Il testo originale infatti, è pensato per essere esposto oralmente e memorizzato, in un’epoca in cui la parola scritta e i libri in genere non esistevano. Per questo motivo le ripetizioni di cui l’opera si compone, all’epoca in cui essa fu scritta, avevano un senso ben preciso perché servivano per evitare che un concetto venisse perso, scordato, o che sfuggisse all’attenzione dell’ascoltatore, ma purtroppo rendono il sutra praticamente illeggibile ai tempi di oggi, per qualsiasi lettore occidentale, anche il più colto.
In realtà, depurato il testo dagli arcaismi e dalle ripetizioni infinite, rimane un testo stupendo, capace di affascinare, di spiegare complessi concetti religiosi, ricco di parabole bellissime, immagini spettacolari, mantra magici.
Presentiamo quindi questa edizione semplificata del Sutra, sperando che ciò possa contribuire ad una sua maggiore diffusione, affinché venga apprezzato il testo per quello che è.
In primo luogo questo libro è stato pensato affinché il Sutra del Loto si diffonda, venga letto e compreso a fondo negli ambienti buddisti che si rifanno al suo insegnamento.
Ma anche molti altri lettori lo troveranno interessante e potranno addirittura restare incantati da esso.
Coloro che si interrogano sul perché delle diverse religioni potranno trovare una risposta al problema della pluralità delle religioni. Il sutra contiene infatti concetti molto evoluti, che si pongono al di sopra di qualsiasi religione e in grado di spiegare il motivo per cui esistono diverse fedi, ciascuna con una propria visione della divinità e della vita.
Chi cerca un senso della vita lo troverà nel concetto di Bodhisattva e, qualora poi volesse approfondire il buddismo di Nichiren Daishonin, nel concetto di Kosen Rufu che vi è intimamente collegato.
Gli appassionati di esoterismo vi troveranno mantra e formule magiche, alcune di sperimentata efficacia. Chiunque pratichi il buddismo di Nichiren Daishonin ha provato nella sua vita l’efficacia del mantra Nam Myo Ho Renghe Kyo. Ma altri mantra sono contenuti negli ultimi capitoli del libro.
Chi cerca un modo di uscire dalla depressione e non ha trovato la soluzione nelle psicoterapie tradizionali, forse troverà in questo sutra, o più che altro nella pratica che si basa su di esso, una possibile risposta. Per questo motivo uno dei paragrafi è stato intitolato “e liberaci dal male oscuro”. Perché grazie alla pratica basata su questo sutra molte persone hanno vinto la loro lotta contro la depressione.
Coloro che professano un culto, quale che esso sia, troveranno comunque un testo diverso da quelli tradizionali, in grado di far riflettere chiunque sul ruolo della religione nella vita del singolo individuo e della società.

Avvertenza per la lettura del testo.

Il presente testo è una versione semplificata del Sutra del Loto, tratta dalle due traduzioni in italiano, quella di Francesco Sferra (tradotta dal Sanscrito) e di Burton Watson (traduzione dell’edizione cinese di Kumarajiva) Per questo motivo il testo in alcune parti è una fusione delle due traduzioni, in altre è una riscrittura diversa da entrambe.
Essendo una versione ad uso del lettore occidentale, senza alcuna pretesa culturale o di esattezza storica sono state seguite le seguenti regole.
In linea di massima, dovendo operare una scelta, il testo base utilizzato è stato quello cinese di Watson, perché le due versioni sono molto differenti l’una dall’altra; basti pensare che nella versione sanscrita non compare quella che, per i seguaci del Sutra del Loto che si rifanno agli insegnamenti di Nichiren Daishonin, è la parte più importante del capitolo 2: Nio ze so, nio ze scio, cioè la vera entità di tutti i fenomeni.
La maggior parte dei capitoli del Sutra si compone di una parte in prosa e, a seguire, di una parte in versi in cui vengono ripetuti gli stessi concetti della parte in prosa. Trattandosi di ripetizioni, il testo è scritto unicamente in prosa, accorpando, dove ci è sembrato più opportuno, il testo in prosa e quello in versi; altre volte eliminando una delle due parti (ad esempio, nel capitolo espedienti la parte in versi contiene gli stessi identici concetti ma è più chiara e completa di quella in prosa, quindi quest’ultima è stata eliminati quasi completamente).
I capitoli sono stati nominati con il titolo di entrambe le versioni di cui disponiamo in italiano.
Molti capitoli sono stati divisi in paragrafi; i titoli dei paragrafi sono in realtà inesistenti nella versione originale, ma sono stati inseriti per semplificare la ricerca di una parabola, o di un concetto.
Alcuni capitoli sono stati accorpati, li dove il concetto espresso in essi era troppo semplicistico da meritare una sezione a se stante.
I nomi propri di persona (Ad esempio Ananda, Mogallana) sono scelti nella versione che ci sembra più musicale per il lettore occidentale, indipendentemente dal fatto che esso sia la versione sanscrita, pali, o addirittura in alcuni casi giapponese. I nomi dei Kalpa invece sono rimasti nella versione di watson, che ci sembra la più bella. In ogni caso, accanto al nome in sanscrito, compare poi la traduzione col significato in italiano così come effettuata da watson.
I nomi dei vari Budda sono quelli della versione sanscrita, con accanto la traduzione letterale dell’edizione di Watson (ad es. Avalokitesvara, cui segue la traduzione Percettore dei suoni del mondo). Quando un nome è illeggibile sia nella versione sanscrita che in quella cinese o giapponese, che nella traduzione italiana si è scelta una versione semplificata.

venerdì 17 maggio 2013

Ritiro spirituale a Scurcola Marsicana (AQ).


Nella foto: la sede del ritiro.


8-14 Luglio 2013

Ritiro/vacanza spirituale in agriturismo a Scurcola Marsicana (AQ)


Iscrizioni: entro il 30 maggio

Costo: 42 euro al giorno, pensione completa (cucina vegetariana)



mercoledì 3 ottobre 2012

Vocabolario spirituale - materiale (per tradurre le frasi delle persone spirituali anche a chi non è iniziato alla luce)





Spesso quando una persona prettamente materiale va in un gruppo di gente spirituale, che medita, che pratica tecniche di guarigione olistiche, ecc., ha come la sensazione di trovarsi in terra straniera, e che questa gente parli una lingua sconosciuta.
Per questo motivo forniamo qui di seguito un breve vocabolario per comprendere almeno i vocaboli  e le frasi essenziali dello spitualese, in modo da contribuire alla comprensione reciproca tra popoli


Namastè = Buongiorno / ciao

Ti auguro un Natale di luce e amore = Buon Natale

Con questa tua azione generi un Karma molto negativo. = stai facendo una grandiosa cazzata

E' un guerriero di luce = E' uno che si occupa del prossimo e di problemi sociali.

E' una persona immersa nelle tenebre = è uno stronzo.

E' una persona che mi ruba molte energie. = E' un rompicoglioni allucinante.

Credo di avere uno squilibrio dei chakra. = Sto male devo andare dal medico

Anche quella persona, in fondo, è un Budda. = E' uno stronzo. Avrà pure qualcosa di buono, ma a me pare solo uno stronzo

E' una persona che è ancora soggetta agli istinti bassi della materia = E' uno a cui piace mangiare e scopare.

E' una persona molto spirituale che si occupa poco della materia e molto della luce. = Uno/a che non scopa

E' una che tiene molto alla sua libertà e ama fare nuove esperienze = E' una troia

E' uno che tiene molto alla sua libertà e ama fare nuove esperienze = E' un porco che cornifica che la sua donna

Karma suo = Cazzi suoi.

E' un problema tuo = non me ne frega un cazzo dei problemi che hai


Il bene e il male non esistono. Sono concetti relativi. Questa azione che adesso ti pare tanto grave magari un giorno sortirà effetti positivi. = La stronzata che ha fatto Tizio è una stronzata immane, effettivamente hai ragione. Ma non ci si può fare nulla.

Il bene e il male non esistono. Sono concetti relativi. Questi eventi (guerre terremoti ecc.) azione che adesso paiono tanto gravi sortiranno un risveglio delle coscienze = Questo evento è una catastrofe, e sarà una strage, ma che ci si può fare? Niente.

Forse un giorno, quando la tua coscienza sarà risvegliata, vedrai le tue azioni sotto una luce diversa. = Un giorno capirai la cazzata che hai fatto, ora sei troppo stronzo per capirlo

Sei una bella persona. = questa è un'espressione polisensa, nel senso che talvolta significa proprio "sei una bella persona", altre volte invece significa: sei così insignificante che non trovo nessun pregio particolare in te.

Il mio giudizio su di te? Sei un anima antica = Il mio giudizio su di te? Bo? Che cazzo ne so? Sei così insignificante che non riesco neanche a fare lo sforzo di dirti che sei una bella persona

E' la tua opinione e la rispetto = stai dicendo della grandiose cazzate e ti rovescerei una badilata di merda sulla testa ma mi tocca far buon viso a cattivo gioco

Il tuo problema? E' una questione di Karma = Il tuo problema? E che cazzo ne so io? Mica sono uno psicologo.

In questo posto percepisco energie negative. Meglio andare via. = Mi sono rotto i coglioni di stare qui, meglio andare via.

Non mi piace stare con quella persona. Emana energie negative. = Quella persona mi sta sul cazzo.

Buona vita (detto dopo un sms in cui rispondi al fidanzato/a che ti ha lasciato) =  Possa tu schiantarti contro un camion che trasporta merda e che tu possa morire soffocato dai liquami fuoriusciti dal container

Luce e amore (detto dopo un sms in cui rispondi al fidanzato/a che ti ha lasciato). = Vaffanculo

Tizio non è cattivo, perchè il buono e il cattivo non esistono per l'universo. Tizio deve solo fare la sua strada verso la luce. = Tizio è uno stronzo e meriterebbe di morire tra atroci tormenti e speriamo che trovi la strada per sfracellarsi il cranio contro un muro.

Io ti dico come la penso, ma ovviamente rimane una mia opinione che tu puoi anche non condividere. = Ora ti dico come stanno le cose, e se non mi vuoi ascoltare peggio per te, idiota.

Ok, se hai preso questa decisione va bene così. Vuol dire che è la tua strada. = Fa' un po come cazzo ti pare, testa di minchia.


Con quella ragazza (o quel ragazzo, se donna) ci siamo già incontrati nel lontano passato = vorrei scoparmela

Io e Tizio/a abbiamo una profonda intesa spirituale e abbiamo scoperto che ci conoscevamo già dal lontano passato. Forse siamo stati sposati, o forse eravamo fratello e sorella = me la sono già scopata/o e ho goduto come un/una porco/troia






martedì 18 settembre 2012

Orvieto. 13-14-0ttobre. Convegno nazionale di Coscienzeinrete dedicato alle grandi opportunità della crisi economica



Partecipano economisti d’avanguardia, operatori, aziende ed esperti della green economy, dell’economia solidale e sostenibile, dell’agricoltura biologica e biodinamica, dell’olistica, delle filiere corte, dei GAS, della finanza etica, della imprenditoria culturale etica, delle iniziative economiche antimafia ed antiracket. Esponenti di quel mondo parallelo della economia orizzontale, etica e solidale, estranea ai poteri di manipolazione della finanza e dell’economia. Di quel mondo economico che emerge da una cultura consapevole e responsabile la cui diffusione è l’unica garanzia di un futuro migliore e più umano.

Per saperne di più:

http://www.coscienzeinrete.net/economia/item/839-covegno-nazionale-di-coscienzeinrete-dedicato-alle-grandi-opportunita-della-crisi-economica

domenica 2 settembre 2012

sabato 1 settembre 2012

lunedì 27 agosto 2012

mercoledì 4 aprile 2012

Libro: Occulto Italia. Soka Gakkai, Chiesa cattolica, e il problema delle sette religiose

In questo video si parla soprattutto di "sette criminali" e del demenziale libro "Occulto Italia" che tratta la Soka Gakkai tra le sette criminali italiane.



Si parla della Soka Gakkai da subito, ma in particolare dal minuto 20 in poi.
E' importante però seguire anche la prima parte.

domenica 4 marzo 2012

venerdì 12 agosto 2011

Alimentazione Pranica. Disinnescare il sistema degli Illuminati.




Alimentazione pranica. Disinnescare il sistema degli Illuminati.

Paolo Franceschetti

Ho iniziato ad occuparmi di alimentazione pranica da qualche mese, ovverosia da quando uno dei miei miglior amici, dopo aver frequentato un seminario di Jericho Sunfire, e aver letto i libri di Jasmuheen, ha iniziato ad alimentarsi pranicamente.
Sorprendentemente ho visto il suo corpo aumentare in massa muscolare ed efficienza fisica, anziché dimagrire, come avrebbe dovuto essere.

Ora devo premettere che per anni ho studiato alimentazione, perché all’età di 25 anni ero istruttore di Body Building e l’alimentazione era parte obbligata del percorso di studi, e di vita, di quel periodo.

Molte delle teorie che si studiano in scienza dell’alimentazione, in realtà, sono contraddittorie e confuse, quando non addirittura del tutto errate.

Alimentazione pranica. Cosa è e come arrivarci.



Introduzione.

Se volete passare ad un nuovo modo di nutrirvi che vi darà maggiore salute, maggiore forza fisica e mentale, e che vi farà risparmiare centinaia di euro al mese rispetto al normale budget personale per l'alimentazione, dovete provare l'alimentazione pranica.

L'alimentazione pranica, da anni praticata da Jericho Sunfire e da Jasmuheen, e da sempre praticata da molti yogi orientali e da appartenenti alle società segrete di grado elevato, implica la progressiva riduzione dell'assunzione di cibo, per terminare con la totale abolizione di ogni cibo.

sabato 9 luglio 2011

Conversazioni con Dio. La paura. Gli insegnamenti



Ogni pensiero umano e ogni azione si basano sull'amore o sulla paura. Non c'è altra motivazione umana e tutti gli altri concetti derivano unicamente da questi due. Sono soltanto variazioni diverse. Variazioni sullo stesso tema.


E' la ragione per cui il comportamento umano dà luogo a ripetute esperienze dopo ripetute esperienze; è la ragione per cui l'umanità ama, poi distrugge, poi ama di nuovo; c'è sempre l'oscillazione da un sentimento all'altro. L'more promuove la paura che promuove l'amore che promuove la paura.



Vi è stato insegnato a vivere nella paura. Vi è stato detto della sopravvivenza dei più idonei e della vittoria dei forti, e del successo dei più intelligenti. Vi hanno solo accennato alla gloria di chi ama di più. E quindi cercate di essere i più idonei, i più forti i più intelligenti e temete che mostrarvi inferiori significhi perdere.

E così naturalmente, scegliete i promotori dell'azione della paura perchè questo è quello che vi hanno insegnato.

Eppure io vi insegno quanto segue: Quando sceglierete i promotori delle iniziative dell'amore, vi troverete a fare qualcosa di più del limitarvi al sopravvivere. In tal caso otterrete più di una vittoria, sarà per voi meglio dell'ottenere soltanto un successo. Sperimenterete la piena gloria di Chi siete in realtà e di chi potreste essere.



Per fare questo potete mettere da parte gli insegnamenti dei beneintenzionati, ma male informati, professori terreni, e dare retta a colui la cui saggezza arriva da qualche altra fonte.



Esistono molte di queste persone in grado di insegnare in mezzo a voi, come sono sempre esistite, perchè non intendo lasciavi senza chi vi potrebbe istruire, mostrare la giusta via e ricordarvi queste verità.



Per quanto chi potrebbe costituire il miglior maestro non sia nessuno al di fuori di voi, ma solo la voce del vostro cuore. Costituisce il principale mezzo da me usato, perchè si tratta di quello più accessibile.

giovedì 9 giugno 2011

Budda e l'amore per una donna



A Buddha e ai suoi discepoli capitò un curioso avvenimento che, per un po' di tempo, lasciò i seguaci perplessi riguardo al carattere del loro Maestro. Il Buddha e i suoi discepoli avevano fatto voto di castità e di rinuncia all'amore carnale. Eppure un giorno, mentre il Buddha e i suoi discepoli riposavano all'ombra di un albero, si avvicinò una cortigiana, attratta dal corpo e dal volto luminoso del Maestro. Non appena la cortigiana vide il viso celestiale del Buddha, se ne innamorò e corse a braccia aperte verso di lui per abbracciarlo e baciarlo, esclamando a gran voce:

Oh, mio bellissimo e splendente Signore, io ti amo!

I discepoli rimasero sorpresi quando udirono la risposta del Buddha alla cortigiana:

Mia amata, anch'io ti amo. Però adesso non toccarmi. Non ancora.

La cortigiana replicò:

Tu mi chiami amata e per me sei il mio amato. Perché, allora, non vuoi che io ti tocchi?

Il Maestro Buddha rispose:

Mia amata, te lo ripeto ancora, ti toccherò più tardi, ma non adesso.

I discepoli rimasero sconvolti, pensando che il Maestro si fosse innamorato della cortigiana. A quella risposta del Buddha, la donna si allontanò con una certa delusione. Dopo qualche anno, mentre il Buddha meditava coi suoi discepoli, all'improvviso esclamò:

Devo andare! La mia amata, la cortigiana, mi chiama. Ha bisogno di me, adesso. Devo mantenere la mia promessa.

I discepoli corsero dietro al Maestro, sperando in qualche modo di salvarlo, sebbene sembrasse che fosse follemente innamorato della cortigiana. Il Buddha, seguito con ansia dai discepoli preoccupati, andò sotto lo stesso albero dove l'aveva incontrata. Lì giaceva la donna col suo bel corpo ricoperto da piaghe maleodoranti e putrescenti prodotte dal vaiolo. I discepoli provarono orrore e si tennero lontani da lei. Il Buddha, però, prese il suo corpo in putrefazione e lo abbracciò come fosse un bambino, poggiando la testa della donna sul suo grembo e sussurrandole:

Mia amata, sono venuto a dimostrare il mio amore per te e per mantenere la promessa di toccarti. Ho aspettato a lungo per dimostrarti il mio sincero amore, perché io ti amo quando tutti gli altri hanno smesso di amarti. Io ti tocco, quando tutti i tuoi amici di un tempo hanno paura di toccarti.

Così dicendo, il Buddha guarì la cortigiana e la invitò, ormai purificata da ogni desiderio carnale, ad unirsi al suo folto gruppo di discepoli. L'amore personale è amore egoistico e considera soltanto i propri interessi, spesso a costo di tutto il resto. L'amore Divino, quello impersonale, è altruista e cerca la felicità dell'oggetto del proprio amore, e non è limitato o parziale. Dio ama allo stesso modo sia i buoni che i cattivi, perché sono Suoi figli. Tutti quelli che aspirano a conoscere il Padre, devono emanare un amore simile a quello di Dio, un amore per tutti, un amore impersonale e incondizionato. Quando un figlio/a dimostra che ama tutti indistintamente, buoni e cattivi, allora Dio dirà:

Mio nobile figlio, accetto il tuo amore, perché tu ami tutti col Mio amore, proprio come faccio Io.

Amare coloro che ti amano è naturale, ma quasi sempre è amore ispirato dall'ego. Amare coloro che non ti amano, o che addirittura ti odiano, è l'espressione dell'amore soprannaturale.

martedì 21 settembre 2010

Sutra del Loto. Riassunto. Capitolo 8.


Dopo il racconto della parabola della "città fantasma" narrata dal Buddha Śākyamuni, lo śrāvaka Pūrṇa, figlio di Maitrāyaṇī (una delle prime discepole dello Śākyamuni) , esultò per il modo con cui i Buddha adattavano il loro insegnamento a questo mondo con una variegata molteplicità di mezzi abili (upāya).

Vista la particolare predisposizione mentale di Pūṛna, il Buddha Śākyamuni si complimentò con lui per la profonda capacità di comprensione, lodandolo e profetizzando che durante il kalpa Badra (Propizio) Pūrṇa diventerà il Buddha Dharmaprabhāsa (Luce della Legge).

venerdì 10 settembre 2010

Sutra del Loto. Capitolo 16. Durata della vita del Budda.




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Allora il Budda parlò ai Bodhisattva e a tutta la moltitudine.
Uomini devoti, dovete credere alle cose che sto per dirvi. Una legge che mai fu udita in passato adesso potrà essere udita.
Ascoltate attentamente….

Sutra del Loto. Riassunto. Capitolo 16. Durata della vita del Budda.


Dopo aver ascoltato la domanda del bodhisattva Maitreya su come egli sia riuscito a quarant'anni dal raggiungimento della bodhi profonda a convertire innumerevoli schiere di bodhisattva perfetti, il Buddha Śākyamuni chiede all'intera assemblea riunita a Gṛdhrakūṭa di testimoniare la fede nel suo insegnamento, e solo dopo aver ascoltato questa testimonianza il Buddha spiegò che:

giovedì 9 settembre 2010

Sutra del Loto. Riassunto. Capitolo 5. La parabola delle erbe medicinali.


Il V capitolo apre con l'apprezzamento del Buddha Śākyamuni nei confronti di Makassiapa che nel IV capitolo aveva ben descritto, per mezzo della parabola del figlio dell'uomo ricco, la possibilità per gli śrāvaka di raggiungere la suprema illuminazione, anuttarā-samyak-saṃbodhi. Per descrivere la pratica di un buddha, Budda racconta in questo capitolo un'altra parabola detta delle erbe. Come la pioggia bagna innumerevoli e differenti piante ed erbe, portando a ciascuna di esse il giusto quantitativo di acqua, così l'insegnamento del Buddha pur essendo unico, come l'acqua per le piante, per tutti si differenzia in quantità a seconda delle caratteristiche dei discepoli. Sia se essi sono intelligenti o ottusi, diligenti o pigri, l'acqua, la stessa "acqua" ovvero lo stesso insegnamento li raggiungerà anche se per le loro caratteristiche utilizzeranno in modo più o meno approfondito o più o meno congruo l'insegnamento impartito loro e quindi avanzeranno nel cammino spirituale in modo più o meno veloce. Nel descrivere il suo insegnamento, Buddha Śākyamuni afferma:

« Gli esseri vivono in una grande varietà di ambienti, ma solo il Tathāgata vede le circostanze autentiche e le comprende chiaramente, senza difficoltà. È come nel caso delle piante e degli alberi, della boscaglia, dei cespugli e delle erbe medicinali, che non hanno consapevolezza della propria natura superiore, media e inferiore. Ma il Tathāgata sa che questa Legge ha una forma unica, un unico aroma, vale a dire la forma della emancipazione, la forma della separazione, la forma dell'estinzione, la forma del nirvana definitivo, della costante serena estinzione, che in definitiva si risolve nella vacuità. Il Buddha capisce tutto questo. Ma poiché vede i desideri che alloggiano nelle menti degli esseri viventi, egli li guida e li protegge e per questa ragione non espone loro immediatamente la saggezza onnicomprensiva. »

Sutra del Loto. Capitolo 5. La parabola delle erbe medicinali


La parabola delle erbe medicinali
Il Buddha disse a Makassiapa e agli altri discepoli maggiori:
Il Buddha possiede infinite e incommensurabili virtù. È il re delle dottrine e nulla di ciò che predica è falso. Tutte le dottrine egli le espone avvalendosi di espedienti. Perciò tutte mirano a far raggiungere agli esseri viventi la saggezza onnicomprensiva. Egli conosce il fine di ogni dottrina e conosce il funzionamento recondito della mente di tutti gli esseri viventi, penetrandone i segreti fino in fondo. Quindi si adatta agli esseri viventi e predica la legge in svariati modi, tacendo l’essenziale a lungo, senza fretta di parlarne immediatamente, ma adattando la predicazione alla capacità delle persone.

Krishnamurti. Da divinità a uomo.

sabato 4 settembre 2010

Sutra del Loto. Riassunto. Capitolo 4. Fede e comprensione.


Oltre a Śāriputra anche gli altri śrāvaka, Mahā-Kātyāyana, Mahā-Kāśyapa e Mahā-Maudgalyāyana gioiscono perché comprendono che pur avendo realizzato il nirvāṇa degli arhat possono proseguire fino alla realizzazione dell' anuttarā-samyak-saṃbodhi, il "risveglio" profondo e completo. Per spiegare al Buddha Śākyamuni la loro felicità, raccontano anch'essi una parabola che possiede delle somiglianze con la parabola del "Figliol prodigo" contenuta nel Vangelo dei cristiani.

Sutra del Loto. Cap. 4. Fede e comprensione. (Predisposizione).



A quel tempo, appena gli uomini di innata saggezza, Subuti, Mahakatayana, Makassyapa e Mogallana ebbero udito la legge mai udita prima, ed ebbero udito predire l’ottenimento dell’illuminazione suprema e definitiva a Shariputra, si commossero ed esultarono dalla gioia.

mercoledì 1 settembre 2010

Il Sutra del Loto. Cap. III. Parabola e similitudine.



Per tutta la lunga notte
A quel tempo la mente di Shariputra danzò di gioia. Egli si alzò immediatamente, giunse le mani, guardò con reverenza il viso dell’onorato del mondo e disse al Buddha: “Il mio cuore udendoti ha esultato di gioia. Sento di aver ottenuto una cosa senza precedenti, perché in passato, quando udivo una legge come questa insegnata dal Buddha e vedevo come ai Bodhisattva venisse predetto l’ottenimento della buddhità, io e gli altri ci sentivamo sempre esclusi. Eravamo tutti profondamente rattristati al pensiero che mai avremmo raggiunto l’incommensurabile intuito del Tathagata. E ci chiedevamo:

Sutra del Loto. Riassunto. Capitolo 3. Parabola della casa in fiamme.


Nel terzo capitolo, Śāriputra gioisce della notizia che anche gli śrāvaka come lui potranno ottenere la "liberazione" ultima, la buddhità. E riconosce che il suo errore, come quello di altri śrāvaka, è stato di fermarsi nel nirvāṇa dello Hīnayāna e di non proseguire verso l' anuttarā-samyak-saṃbodhi ("illuminazione definitiva").

Il Buddha Śākyamuni gli risponde annunciandogli che anche lui, Śāriputra, dopo essere divenuto un bodhisattva acquisirà la buddhità completa divenendo il Buddha Padmaprabha (Loto Splendente). Dopo altre predizioni, il Buddha si accinge a spiegare la ragione dell'utilizzo dei diversi veicoli (yāna) e dei diversi "mezzi abili" (upāya) per consentire agli esseri (sattva) di realizzare l'illuminazione profonda e ultima (l' anuttarā-samyak-saṃbodhi).

lunedì 30 agosto 2010

Sutra del Loto. Riassunto. Capitolo 2. Espedienti.


Il secondo capitolo del Sutra del Loto, denominato "Mezzi abili" o "Espedienti", è uno dei più importanti del Sutra del Loto. In questo capitolo, il Buddha Śākyamuni risorge dal profondo stato di samādhi e avvia un dialogo con Śāriputra.

Il discepolo gli chiede insistentemente di predicare la Dottrina profonda, ma il Buddha risponde che

« la Legge su cui si è risvegliato il Buddha è la più rara e la più difficile da comprendere. La vera entità di tutti i fenomeni può essere compresa e condivisa solo dai Buddha »

Sutra del Loto. Capitolo 2. Espedienti (Hoben)



Cap. II - Abilità nei mezzi salvifici. Espedienti (hoben).
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Difficoltà di comprendere la dottrina del Budda
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A quel tempo l’onorato dal mondo sorse serenamente dalla samadhi e disse a Shariputra:

domenica 29 agosto 2010

Sutra del Loto: Capitolo 1. Introduzione.



La grande assemblea
Così io ho udito
Una volta il Buddha si trovava sul monte Gridhrakuta nei pressi di Rajagriha. Era accompagnato da una moltitudine di dodicimila eccellenti monaci, tutti arhat che avevano sradicato ogni illusione e non avevano più alcun desiderio terreno. Avevano ottenuto ciò che andava a loro vantaggio e posto fine ai legami dell’esistenza e avevano conseguito la libertà della mente.

Sutra del Loto. Riassunto. Capitolo 1.

Nella foto: il picco dell'Aquila.
Il primo capitolo del Sutra del Loto si avvia con un prologo che descrive un'assemblea dei monaci riuniti sul Picco dell'avvoltoio (o Picco dell'Aquila), montagna esistente in India situata nei pressi di Rajgir, nello stato indiano del Bihar), dove, secondo il Buddhismo Mahāyāna, Buddha avviò gli insegnamenti dei Prajñāpāramitā Sūtra. Il prologo inizia con la dichiarazione "Così ho udito", propria dei sutra la cui esposizione si attribuisce tradizionalmente al Buddha Śākyamuni.

sabato 28 agosto 2010

Il Buddismo di Nichiren

Da: Wikipedia.
http://it.wikipedia.org/wiki/Buddhismo_Nichiren



Buddhismo Nichiren è l'insieme di scuole buddhiste Mahāyāna giapponesi che fanno riferimento alla figura e agli insegnamenti del monaco buddhista Nichiren, vissuto in Giappone nel XIII sec.

Queste scuole sorgono direttamente dalla figura di Nichiren, un monaco giapponese del XIII secolo ordinato secondo la piattaforma monastica della scuola Tendai. Il loro lignaggio monastico è fatto risalire direttamente al Buddha Śākyamuni e al bodhisattva Bhaiṣajyarāja (giapp. Yakuō) e ripercorre il lignaggio della scuola cinese Tiāntái arrivando al fondatore della scuola giapponese Tendai, Saichō, e infine a Nichiren ritenuto a sua volta la manifestazione del bodhisattva Viśiṣṭacāritra (giapp. Jōgyō).
Dopo un avvio difficile, la scuola Nichiren venne finalmente riconosciuta dalle autorità di governo nel 1334, rischiando tuttavia un secondo annientamento nel XVI secolo. L'aperta ostilità da parte delle altre scuole buddhiste nei confronti delle scuole del Buddhismo Nichiren fu determinata dal fatto che queste ultime pretendevano di incarnare l'unico, autentico insegnamento del Buddha Śākyamuni, considerando le altre scuole alla stregua di insegnamenti provvisori quando non falsi. Certamente ogni scuola buddhista di ogni periodo e Paese si è sempre considerata portatrice del più autentico o più profondo insegnamento buddhista, la novità in questo senso del Buddhismo Nichiren è consistita nell'aver esplicitato e diffuso apertamente questa convinzione nella pratica del proselitismo tra i laici e tra i monaci.
Tutto questo portò le altre comunità monastiche, segnatamente quella del monastero dell'Enryaku-ji sul monte Hiei, ormai trasformatesi come in Occidente in ordini monastico-cavallereschi (sōhei), a guerreggiare apertamente contro i monaci Nichiren. Le tensioni giunsero spesso a provocare il massacro dei monaci rivali e l'incendio dei loro monasteri. Le autorità laiche appoggiarono ora questa ora l'altra fazione in base ai propri convincimenti religiosi.
La vitalità delle scuole del Buddhismo Nichiren è comunque dimostrata dal fatto che seppur essendo state oggetto di dure persecuzioni religiose esse sono sempre riuscite a rinascere e a diffondersi, e rappresentano oggi il ramo di insegnamento buddhista più diffuso in Giappone con oltre 35 milioni di seguaci e circa 7.000 mila tra templi e monasteri.

venerdì 20 agosto 2010

Le parabole del Sutra del Loto. La parabola dell'uomo ricco



Un uomo in gioventù abbandonò il padre e fuggì per vivere lontano stando via molti anni. Con gli anni divenne sempre più povero e indigente e vagava alla ricerca di cibo e vesti. Un giorno per caso arrivò nella sua terra natia.

Le parabole del Sutra del Loto. La parabola della casa in fiamme.



In una città viveva un uomo molto ricco. Egli era già in età avanzata e le sue ricchezze andavano al di là di ogni immaginazione. Possedeva molte terre, palazzi e servitori. La sua dimora era grande ma in pessimo stato, e aveva un solo accesso, le travi in rovina e i muri divisori a pezzi. Tra le mura trovavano rifugio avvoltoi, nei suoi angoli erano annidati spaventosi serpenti ed era l’asilo di vermi, topi e creature malvagie di tutti i tipi.

Le parabole del Sutra del Loto. La parabola del nato cieco.


La parabola del nato cieco (presente nella sola edizione in sanscrito)
Dopo queste parole, Makassiapa chiese al beato:
- Beato, se non ci sono tre veicoli, come mai si usano le parole “uditori”, “pratyekabuddha, o Buddha solitari”, e Bodhisattva? -
Così richiesto, il Buddha rispose:
- Il vasaio può fare diversi recipienti; uno per lo zucchero, uno per il burro e uno per il latte, ma l’argilla è la stessa. Non c’è differenza tra le varie argille, ma solo nel contenuto.-
Dopo queste parola Makassiapa chiese ancora al Beato:
- Se gli esseri viventi che hanno superato il triplice mondo hanno inclinazioni diverse, vi è per loro un solo Veicolo oppure due, o tre? -
Il Beato rispose:
- Makassyapa, il Nirvana nasce dalla comprensione dell’uguaglianza di tutti gli elementi. Quindi esso è uno, non due o tre.


Le parabole del Sutra del Loto. La parabola delle erbe medicinali.


Il Buddha disse a Makassiapa e agli altri discepoli maggiori:
Il Buddha possiede infinite e incommensurabili virtù. È il re delle dottrine e nulla di ciò che predica è falso. Tutte le dottrine egli le espone avvalendosi di espedienti. Perciò tutte mirano a far raggiungere agli esseri viventi la saggezza onnicomprensiva. Egli conosce il fine di ogni dottrina e conosce il funzionamento recondito della mente di tutti gli esseri viventi, penetrandone i segreti fino in fondo. Quindi si adatta agli esseri viventi e predica la legge in svariati modi, tacendo l’essenziale a lungo, senza fretta di parlarne immediatamente, ma adattando la predicazione alla capacità delle persone.
Chi è saggio se ne sente parlare riuscirà a capirlo e a credervi, ma chi non lo è nutrirà dubbi o perplessità.

Le parabole del Sutra del Loto. La parabola del gioiello nascosto.


Allora i cinquecento Arhat esultarono di gioia e si inchinarono al Buddha, dicendo:
“Signore, noi eravamo soliti pensare di aver già raggiunto l’illuminazione definitiva ma capiamo di essere stati privi di saggezza.”
È come nel caso di un uomo che si recò a casa di un caro amico e che, dopo essersi ubriacato di vino si addormentò. A quel tempo l’amico doveva allontanarsi per un incarico ufficiale. Preso un gioiello inestimabile, lo cucì nella fodera della veste dell’amico e lo lasciò andandosene. L’uomo dormiva ubriaco e non si accorse di nulla. Quando si risvegliò si mise in viaggio verso altri paesi.

Le parabole del Sutra del Loto. La parabola della città fantasma.


Supponiamo che, in un luogo deserto e selvaggio, veramente spaventoso, vi sia una strada lunga 500 vojana, ardua e pericolosa. E supponiamo che vi sia un numeroso gruppo di persone che voglia percorrere questa strada per raggiungere l’Isola dei gioielli, un luogo in cui sono custoditi preziosi tesori. Essi hanno una guida, dotata di vasta saggezza e acuta comprensione che è perfettamente a suo agio su questa strada ripida, conosce la disposizione dei passaggi e delle strettoie ed è preparata a condurre il gruppo di persone e ad accompagnarle lungo questo irto cammino.

Le parabole del Sutra del Loto. La parabola del bravo medico.


Il Buddha è come un bravo medico saggio ed esperto che sa preparare le medicine per curare qualsiasi malattia. Egli ha molti figli, e un giorno si reca in un paese lontano per occuparsi di certi affari. Dopo che egli si allontanò i figli bevvero un veleno che li fa spasimare dal dolore e li fa cadere a terra agonizzanti. A quel tempo il padre torna a casa e scopre che i figli hanno bevuto il veleno. Alcuni sono completamente fuori di sé, mentre altri non lo sono.

martedì 10 agosto 2010

Sutra del Loto. Capitolo 20. Il Bodhisattva Sadapaributa (Mai sprezzante)


Cap. XX - Il Bodhisattva Sadapaributa (Mai sprezzante)
Mi ricordo di un tempo passato in cui c’era un Buddha chiamato Bismagaritasvararaja (Re Suono maestoso), dotato di poteri e saggezza sconfinati, guida e maestro di tutti, attorno a cui dei, uomini, draghi e spiriti si riunivano per tributargli offerte. Dopo l’estinzione di questo Buddha, quando anche la sua legge era sul punto di estinguersi, viveva un Bodhisattva che si chiamava Mai Sprezzante, in un epoca in cui c’erano monaci estremamente arroganti. Questo monaco, chiunque incontrasse, si inchinava e pronunciava parole di lode dicendo:

domenica 8 agosto 2010

Sutra del Loto. Capitoli 21 e 22. Poteri sovrannaturali del Budda. Affidamento.


Cap. XXI - Poteri sovrannaturali del Tathagata e Cap. XXII – Affidamento
Allora il Buddha si alzò dal suo trono e pose la sua mano sull’assemblea pronunciando queste parole:

venerdì 6 agosto 2010

Sutra del Loto. Capitolo 23. Precedenti vicende del Buddha Bhaishajyaraja (Re della medicina)


Cap. XXIII - Precedenti vicende del Buddha Bhaishajyaraja (Re della medicina)
A quel tempo il Bodhisattva Fiore sovrano della costellazione chiese al Buddha:
Perché il Bodhisattva Re della medicina va e viene in questo mondo di saha?
Allora il Buddha rispose:

giovedì 5 agosto 2010

Sutra del Loto. Capitolo 24. Il Bodhisattva Gangadasvara (Suono meraviglioso)


XXIV- Il Bodhisattva Gangadasvara (Suono meraviglioso)
A quel tempo il Buddha Shakyamuni illuminò i mondi di Buddha nella direzione orientale; in uno di questi milioni di mondi c’era un mondo chiamato Ornato di Pura Luce. Qui c’era un Buddha chiamato Tathagata Saggezza regale della costellazione del Puro Fiore. In questa terra vi era un Bodhisattva chiamato Gangadasvara che aveva ottenuto le più grandi samadhi, quella della saggezza, quella del dharma, quella che permette di comprendere tutti gli esseri viventi, quella del gioco magico, quella della virtù, quella della rivoluzione del sole e molte altre. Quando la luce emessa dal Buddha Shakyamuni lo illuminò, egli si rivolse al Buddha della sua terra e disse:
“Onorato dal mondo, devo recarmi dal Buddha Shakyamuni per rendergli omaggio, e per rendere omaggio a Manjushri e a tutti gli altri Bodhisattva lì con lui.”
Rispose il Buddha Saggezza regale:

sabato 31 luglio 2010

Sutra del Loto. Capitolo 19. I benefici del maestro della legge.


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Cap. XIX - I benefici del maestro della legge.
Invece, colui che predicano questo sutra otterrà gli ottocento benefici degli occhi, con cui vedrà tutti tremila mondi, le loro parti esterne e interne, il loro monte Meru, il monte Sumeru, le montagne della Corona di Ferro, le acque dei grandi oceani, i fiumi e i ruscelli, giù in basso fino all’inferno Avichi e su in alto fino alla sommità dell’essere. E là in mezzo vedrà tutti gli esseri viventi.
Sebbene non abbia ottenuto ancora gli occhi celesti tale sarà il potere dei suoi occhi naturali.

Sutra del Loto. Capitolo 25. Il Bodhisattva Avalokiteshvara (Percettore dei suoni del mondo)


A quel tempo il Bodhisattva Volontà inesauribile chiese al Buddha:
Onorato dal mondo, per quale motivo Avalokiteshvara, il Bodhisattva Percettore dei suoni del mondo è chiamato in questo modo?
Il Buddha allora rispose così:

venerdì 30 luglio 2010

Sutra del Loto. Capitolo 27. Il re Shubhavyuha (Ornamento meraviglioso)



Shubhavyuha e i suoi due figli
Il Buddha si rivolse allora all’assemblea e disse:
In un’epoca passata, un inconcepibile numero di Kalpa or sono, viveva un Buddha chiamato Jaladhara garjita (Saggezza del Fiore sovrano della costellazione suono del tuono). La sua terra si chiamava Ornamento splendente di luce e il suo Kalpa Visto con Gioia.

giovedì 29 luglio 2010

Sutra del Loto. Capitolo 28. Il Bodhisattva Samantabadhra (Virtù universale)





A quel tempo giunse da oriente il Bodhisattva Samantabadhra, famoso per i suoi poteri sovrannaturali e per le sue virtù, accompagnato da un numero indescrivibile di Bodhisattva, da draghi, esseri celesti, asura, garuda, mahoraga.


mercoledì 28 luglio 2010

Il Sutra del Loto. Edizioni ilmiolibro.it (Feltrinelli).


E' in vendita l'edizione semplificata e riscritta (che unifica le due versioni, cinese e sanscrita) del Sutra del Loto.

Per acquistarlo cliccate su (è necessaria prima la registrazione):

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=482121

Prezzo euro 11,17.
Chi non vuole acquistare il libro, o non può, lo trova gratuitamente, sia in forma completa, sia capitolo per capitolo, in questo sito.
La versione completa è a questo link:

http://ilbuddismodinichiren.blogspot.com/2010/05/il-sutra-del-loto-versione-completa-di_27.html

Se non volete ordinarlo on line, potete ordinarlo direttamente presso le librerie Feltrinelli.

Sutra del Loto. Capitolo 18. I benefici di chi risponde con gioia


Cap. XVIII - I benefici di chi risponde con gioia

Allora Maitreya disse al Buddha.
Onorato dal mondo, quali sono i benefici di chi udendo questo sutra, lo accetterà?
E il Buddha rispose:

martedì 27 luglio 2010

Sutra del Loto. Capitolo 17. Distinzione dei benefici.



A quel tempo il Buddha disse a Maitreya:
Maitreya, quando ho descritto la vita del Tathagata annunciando che dura da un tempo così infinitamente lungo, esseri viventi pari a miliardi di volte le sabbie del Gange hanno percepito la verità della non nascita e non morte di tutti fenomeni; un numero di Bodhisattva ancora maggiore hanno ottenuto la dharani che permette loro di ricordare tutto ciò che odono; ancora di più sono quelli che hanno acquistato l’eloquenza per predicare le dottrine in modo piacevole e senza impedimenti; e molti altri sono divenuti capaci di far girare la ruota della Legge che non regredisce; e altri di far girare la pura ruota della Legge; e Bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le particelle di polvere di ottomila mondi hanno ottenuto la certezza che otterranno la Buddhità dopo alcune rinascite.
Al pronunciare di questo annuncio, dal cielo p

Sutra del Loto. Capitolo 26. Dharani. Formule magiche.


XXVI – Dharani. Formule magiche.
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I mantra del Bodhisattva Baisayaraja
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Allora il Bodhisattva Baisayaraja Re della Medicina disse al Buddha:
“ Onorato del mondo, ora affiderò a coloro che predicano la Legge alcune formule dharani che li difenderanno e li proteggeranno.”
Indi pronunciò queste formule:

martedì 20 luglio 2010

Perchè la meditazione buddista può servire anche a chi buddista non è


Dal sito: cuneodharma
http://www.cuneodharma01.org/leftfiles/perche/perche.htm


Spesso abbiamo la sensazione di aver perso il contatto con noi stessi e ci troviamo molte volte a vivere in modo del tutto inconsapevole, proiettati esclusivamente sulla realtà esterna che finisce per dominarci. Siamo frequentemente distratti da pensieri legati al passato o al futuro, che sono fonti di angoscia capaci di distruggere la nostra possibilità di essere felici adesso (si veda la pagina specifica in questo sito) . Molti di noi pensano che sia una situazione ineluttabile, che non ci sia via di scampo come una specie di destino.


Il pensiero del Buddha può aiutarci concretamente ad uscire da questa situazione e a vivere davvero meglio le ragioni sono tante, qui ne elenchiamo almeno alcune:

lunedì 19 luglio 2010

Il sutra della Zattera


Premessa.
Questo è un sutra che molti dovrebbero conoscere, in quanto è uno dei capisaldi dell'insegnamento buddista. Dovrebbero tenerlo a mente specie quelli che proclamano che il loro, e solo il loro, è "il vero buddismo".

La zattera
"Come zattera, o monaci, voglio mostrarvi il Dhamma, atto a salvarsi, non a tenersi. Questo ascoltate e fate bene attenzione al mio discorso".

lunedì 12 luglio 2010

venerdì 9 luglio 2010

Le critiche alla soka Gakkai. Le risposte. Parte 1


In questo post rispondiamo alle critiche che vengono in genere rivolte alla Soka Gakkai.
Molte di esse si trovano nel sito "Fiore di Loto".

http://www.fiorediloto.org/sokagakkai.htm

Altre le trovate in questo blog dal titolo "no alla Soka Gakkai".

http://sokagakkai.splinder.com/

Vediamole una per una.

Magia di Trets.


Il caso è Dio che passeggia in incognito.
Albert Eistein.




I giorni prima. La valigia. I libri che mi porto. Conversazioni con Dio, Simbologia massonica, La nuova rivoluzione Umana. La partenza alla strana ora delle 22, 30. I primi saluti, l'arrivo a Civitavecchia, le prime persone con cui scambiano due parole, la notte, il barbone che dorme alla stazione, il sonno, l'eccitazione, il treno, la cuccetta, la scomodità, la situazione strana, i biakuren e i sokan molto gentili ma come fanno ad essere così gentili alle due di notte chissà quanto sonno hanno, l'arrivo a Genova, il sonno che però non disturba più di tanto, stiamo bene c'è gente serena, l'autobus, il daimoku in autobus, il gonghio in autobus, l'emozione, la riviera, la Francia, l'arrivo, il posto, gli alloggi, i monti, i boschi, la serenità, il pranzo ottimo, il pranzo abbondante forse pure troppo, il riposino poco riposante per l'eccitazione, il daimoku delle 14 30, il Gonghio delle 16 che nessuno ha capito perchè era alle sedici, il butsuma color oro, la campana gigante, Nam myo ho renghe Kyo,

Buddismo e cattolicesimo. Due religioni a confronto.


- Il buddismo forse non è neanche una religione. Taluno la definisce una filosofia, altri una psicoterapia.


martedì 6 luglio 2010

Più lontana è la sorgente, più lungo il corso del fiume


Ho ricevuto il kan di monete e ho
riferito rispettosamente al cospetto
del Sutra del Loto che è un’offerta di
Yorimoto. Da lontano, il Budda Shakyamuni,
signore degli insegnamenti, il
Budda Molti Tesori e i Budda delle dieci
direzioni e, da vicino, gli dèi del sole e
della luna nei loro palazzi celesti veglieranno
su di te.

venerdì 2 luglio 2010

La vera entità della vita


Domanda: Nel capitolo Hoben del primo volume del Sutra del Loto si legge: «La realtà di tutti i fenomeni può essere compresa e condivisa solo fra Budda. In ogni fenomeno, tale è l’aspetto, tale la natura… tale è la coerenza dall’inizio alla fine». Cosa significa questo brano?

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Risposta: Esso significa che le entità degli esseri viventi e dei loro ambienti in ciascuno dei dieci mondi, dall’Inferno il più basso alla Buddità il più elevato, sono tutte, senza eccezioni, manifestazioni di Myoho-renge-kyo. Se esiste un ambiente, deve esserci necessariamente un essere vivente. Miao-lo afferma: «Sia l’essere vivente (shoho) che il suo ambiente (eho) manifestano sempre Myoho-renge-kyo». Afferma inoltre: «La vera entità è invariabilmente rivelata in tutti i fenomeni e tutti i fenomeni possiedono invariabilmente i dieci fattori. I dieci fattori agiscono invariabilmente nei dieci mondi e i dieci mondi racchiudono invariabilmente “corpo e terra”». E più oltre: «Sia l’essere che l’ambiente dell’Inferno esistono nel cuore del Budda. Il “corpo e la terra” del Budda Vairochana non trascendono l’ichinen dei comuni mortali». Spiegazioni così precise non lasciano spazio a dubbi. Quindi, l’aspetto di tutta la vita dell’universo non è altro che i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo. Anche i due Budda, Shakyamuni e Taho, quando ci concessero il beneficio dei cinque caratteri di Myoho-renge-kyo, apparvero con l’aspetto dei due Budda che, seduti nella Torre Preziosa, si scambiarono un segno di reciproco assenso.

Il vero aspetto del Gohonzon


Ho ricevuto le tue offerte al Gohonzon di cinque kan di monete, un carico di riso e frutta. Di tutti i cinquanta anni in cui il Budda espose le sue dottrine, solo durante gli ultimi otto fu rivelato questo insegnamento. Il Sutra del Loto, che fu esposto durante quel periodo, spiega il Gohonzon negli otto capitoli che vanno dallo Yujutsu allo Zokurui.

martedì 29 giugno 2010

La Torre preziosa


Ho letto la tua lettera con grande attenzione. Ho anche ricevuto le tue offerte alla Torre Preziosa di un kan di monete, riso raffinato e altri oggetti. Ho riferito tutto ciò rispettosamente al Gohonzon e al Sutra del Loto. Te ne prego, stanne certo.
Nella tua lettera chiedi: «Che significato ha la Torre Preziosa, in cui è seduto il Budda Taho, apparsa dall’interno della terra?».

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