venerdì 20 agosto 2010

Le parabole del Sutra del Loto. La parabola della casa in fiamme.



In una città viveva un uomo molto ricco. Egli era già in età avanzata e le sue ricchezze andavano al di là di ogni immaginazione. Possedeva molte terre, palazzi e servitori. La sua dimora era grande ma in pessimo stato, e aveva un solo accesso, le travi in rovina e i muri divisori a pezzi. Tra le mura trovavano rifugio avvoltoi, nei suoi angoli erano annidati spaventosi serpenti ed era l’asilo di vermi, topi e creature malvagie di tutti i tipi.



In esso vivevano 500 persone. A quel tempo scoppiò un incendio che si propagò rapidamente per tutto l’edificio. I figli si trovavano all’interno del palazzo. Vedendo le alte lingue di fuoco che si levavano da ogni parte il ricco si allarmò e provò una grande paura. Dentro di se pensò:
“Anche senza l’incendio questo è un posto terribile, ma ora, come se non bastasse, il fuoco divampa da ogni parte. Potrei mettermi in salvo attraversando la porta in fiamme, ma i miei figli sono all’interno del palazzo che sta bruciando, tutti intenti nei loro giochi; ignari e inconsapevoli, non sono allarmati né impauriti. Il fuoco sta per chiudere loro ogni via di scampo, sofferenza e dolore incombono ma essi non hanno la minima sensazione di pericolo e non cercano di scappare.
Potrei andarli a prendere ma i miei figli sono troppo giovani e ancora non capiscono e rischierebbero di morire tra le fiamme. Devo spiegare loro il mio allarme e la mia paura. Il palazzo è già in fiamme, devo farli venire fuori in fretta, devo evitare che brucino nell’incendio.”
Allora li chiamò e gli ordinò di uscire immediatamente ma loro erano presi dai loro giochi e non gli prestavano attenzione. Non erano impauriti, non intendevano lasciare la casa, e non sapevano cosa fosse il fuoco, il palazzo, il pericolo.
Il padre pensò: “Devo escogitare un espediente”.
Egli conosceva bene i suoi figli e sapeva cosa piaceva loro. Così disse loro:
“Bambini, fuori dal cancello ci sono tanti carri trainati da capre, altri da cervi e altri ancora da buoi. Uscite immediatamente e vi darò tutto quello che volete, potrete giocare con tutti i carri che volete”.
Allora i bambini, udito che i giochi erano proprio quelli che desideravano, si spinsero fuori dal palazzo in fiamme.
Il ricco li vide in salvo, seduti all’aperto al centro di una piazza e si sentì sollevato. Allora i bimbi dissero al padre: “I giochi che ci hai promesso possiamo averli ora?”
Shariputra, l’uomo diede allora a ciascuno un identico carro, ma non quello che aveva promesso loro. Diede a ciascuno un solo carro, uguale per ciascuno di loro, ma più bello più veloce e più comodo di quelli che aveva promesso; erano carri alti, ornati di gioielli, con tende decorate e campanelli. Ciascun carro era trainato da un bue bianco che poteva trasportare il carro alla velocità del vento e ogni carro era seguito e protetto da numerosi servitori e staffieri.
Qual è la ragione di questo? L’uomo era di una ricchezza senza limiti e pensò: I miei possedimenti sono illimitati e non sarebbe giusto dare ad uno solo dei figli carri di qualità inferiore. Sono tutti figli miei e io li amo con imparzialità. Possiedo un enorme numero di carri perciò devo darne uno ciascuno ai miei figli. Perché? Se anche distribuissi queste ricchezze alla gente di tutto il paese esse non si esaurirebbero. E ancor meno potrei esaurirle dandole ai miei figli.
Ora ti domando:
“Cosa pensi Shariputra: quest’uomo può essere accusato di menzogna per non aver dato loro i carri promessi ma avergliene dati di più belli?”
.
Spiegazione della parabola. Vi salverò dalla casa in fiamme
Shariputra disse: “No, onorato dal mondo. Il ricco di cui parli offrì semplicemente la possibilità ai figli di scampare all’incendio e avere salva la propria vita. E non può essere accusato di menzogna perché se i figli fossero riusciti a preservare la loro vita già questo sarebbe equivalso a ottenere un bellissimo dono. Anche se il ricco non avesse donato ai figli il più piccolo carro non sarebbe comunque colpevole di menzogna, perché usare uno stratagemma non è un inganno. A maggior ragione poi se l’uomo, sapendo che le sue ricchezze sono illimitate, aveva deciso di arricchire e beneficiare i suoi figli con un grande carro.”
Il Buddha disse a Shariputra:
“Molto bene. È proprio come hai detto, Shariputra. Il Buddha agisce proprio così. Egli è come un padre per il mondo intero. Le sue paure, preoccupazioni, ansie e malintesi, sono cessate da lungo tempo senza lasciare traccia.
Egli è riuscito ad acquisire un acuta capacità di intuizione, potere e libertà dalla paura: ha conseguito grandi poteri sovrannaturali e il potere della saggezza. Dotato di espedienti e della paramita della saggezza la sua profonda compassione è costante e inesauribile; egli cerca in ogni momento di individuare ciò che è bene e che arrecherà benefici a tutti.
Egli è nato nel triplice mondo, una casa in fiamme, un vecchio edificio in rovina, per salvare gli esseri viventi dall’incendio della nascita, della vecchiaia, delle malattie, della morte, dalle ansie, dalle sofferenze, dalla stupidità, dall’incomprensione e dai tre veleni, per istruirli e convertirli mettendoli in grado di conseguire l’ illuminazione suprema e definitiva.
Egli vede gli esseri viventi arsi da queste sofferenze, e subire molti dolori a causa dei cinque desideri e della brama di potere e profitto. In tal modo non solo affrontano moltissime sofferenze, ma subiscono una penosa rinascita nell’inferno o come animali o spiriti affamati. E anche in questo caso hanno la sofferenza del bisogno, di allontanarsi da coloro che amano, incontrare coloro che detestano.
Eppure gli esseri viventi, mentre annegano in mezzo a tutto ciò, si trastullano e divertono, inconsapevoli, incoscienti e senza alcun timore. Non provano alcuna ripugnanza né cercano di fuggire. Nella casa che brucia che è il triplice mondo, essi corrono in lungo e largo, e sebbene affrontino molte sofferenze, non sono turbati.”
Shariputra, quando il Buddha vede tutto questo pensa dentro di sé:
“Io sono il padre di tutti gli esseri viventi e devo liberarli dalle loro sofferenze; devo offrire la gioia della saggezza incommensurabile e illimitata del Buddha in modo che ne possano godere.”
Shariputra, il Tathagata pensa anche un’altra cosa.: se facessi uso dei poteri sovrannaturali e del potere della saggezza, se mettessi da parte gli espedienti e, a beneficio degli esseri viventi, lodassi la capacità di intuizione del Tathagata, i suoi poteri, la sua libertà dalla paura, essi non riuscirebbero a ottenere la saggezza, perché ancora presi dalle sofferenze della vita e della morte, e non potrebbero comprendere la saggezza del Buddha.
L’uomo ricco non si servì della forza, ma usò un espediente. Il Tathagata agisce nello stesso modo. Potrebbe usare la forza, ma si avvale unicamente della saggezza e degli espedienti per liberare gli esseri viventi dalla casa in fiamme del triplice mondo, illustrando loro i tre Veicoli, quello degli ascoltatori della voce, quello dei Pratyekabuddha e quello dei Buddha.
Egli dice loro:” Non siate contenti di stare in questa casa in fiamme del triplice mondo. Non siate avidi delle sue immagini, di suoni, di profumi, sapori e sensazioni, grossolani e falsi. Se vi aggrappate ad essi e vi abituate ad amarli, finirete arsi nella casa in fiamme. Venite fuori dal triplice mondo e ottenete i tre Veicoli.
Vi prometto che li otterrete e non mancherò di tenere fede alla promessa. Dovete solo impegnarvi con diligenza.”
Il Tathagata fa uso di questo espediente per persuadere gli esseri viventi. E dice loro:
“Sappiate che queste dottrine dei tre Veicoli sono lodate dai saggi. Esse sono libere, prive di contraddizioni e non ne dovrete cercare altre da cui dipendere. Salite su questi tre veicoli, piantate radici non illusorie, acquisite poteri, consapevolezza, meditazione, emancipazione, samadhi e gioitene: godrete la beatitudine di pace e sicurezza illimitate.”
Shariputra, coloro che seguiranno la via del Buddha ed entreranno nel Nirvana saranno chiamati ascoltatori della voce e avranno grandi poteri, saranno liberi dalla paura, saranno saggi; saranno chiamati pratyekabuddha e conosceranno le cause dei grandi fenomeni, saranno chiamati mahasattva e seguiranno il Grande Veicolo.
Il Buddha si comporta con loro come l’uomo ricco. Volendo salvare gli esseri viventi dona loro a ciascuno il Grande Veicolo.
Egli dunque regala a tutti gli esseri viventi che sono sfuggiti al triplice mondo la meditazione, l’emancipazione, e gli altri magnifici doni del Buddha. Questi doni hanno tutti le medesime caratteristiche o peculiarità, sono lodati dai saggi e sono capaci di produrre un piacere puro, meraviglioso e supremo.
Shariputra, l’uomo ricco si avvalse dei tre tipi di carri per catturare i figli, ma in seguito diede ad ognuno di essi un grande carro, adorno di gioielli, il più sicuro e il più comodo in assoluto.
Dapprima predica i tre veicoli per attirare e indirizzare gli esseri viventi, ma in seguito, per salvarli, adotta soltanto il Grande Veicolo.
Non tutti però sono in grado di riceverlo, ed è per questo che i Buddha si servono del potere degli espedienti.

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